|  | PresentazioneTHEATRUM CHEMICUM ITALICUM
 L’Idea di presentare la GRANDE  OPERA ALCHEMICA sottoforma di spettacolo teatrale non è poi così nuova ma, di  contro, non è neanche, nei nostri tempi, usata assai frequentemente tanto da  incoraggiarmi a sviluppare, grazie anche ai miei “confratelli e compagni di  strada”, una forma di comunicazione sotto l'aspetto di spettacolo teatrale. Questa mia idea nasce quasi  repentinamente, per una intuizione che oso definire “forte” in occasione di un  mio viaggio a Ravenna che ho intrapreso, assai recentemente e cioè il 15 Giugno  2009 alle ore 12.20 tanto che di questa stessa idea potrebbe essere tracciato  un suo profilo e destino astrologico.
 Ma non è questo l’aspetto e la  natura di questa “alchemica intuizione” che al momento intendo trattare, mentre  ritengo sia assai significativo indicare all’attenzione dei lettori, il fatto  non trascurabile che “l’idea” ha preso vita sotto il segno astrologico dei  Gemelli. Vedremo in seguito i possibili “perché” e le “possibili connessioni”  con il mondo delle “cause prime” che pur essendo sfuggenti e invisibili  all’occhio degli umani sono tuttavia reali e estremamente attive quaggiù nel  mondo degli effetti.
 Torniamo a quell’assolato e assai  luminoso mezzogiorno ravennate.
 Nel peregrinare nei dintorni della  basilica di S.Vitale di fronte ad un pozzo, oggi inutilizzato, mentre osservavo  dei simboli palesemente alchemici scolpiti, in bassorilievo, sulle pareti  perimetrali di questo stesso pozzo mi sono ritrovato a dialogare di queste  misteriose ed inusuali figure con altri tre visitatori che, in quel momento,  inavvertitamente, si erano avvicinati e mi stavano osservando.
 Tra il piacere e la meraviglia di  osservare i misteriosi simboli mi ritrovai a dialogare con tre personaggi  stravaganti mai incontrati prima, due uomini e una donna elegantemente e  compostamente vestiti che a quell’ora assai calda ed afosa mi sono apparsi  assai indifferenti delle condizioni climatiche e, ancor più, assai disponibili  a dialogare con me, incuranti dei caldi raggi solari che inesorabilmente ci  colpivano incessantemente.
 Il tempo volò via; molte furono  le tematiche alchemiche che con entusiasmo ci siamo scambiati.
 Infatti oltre ad addentrarci su argomentazioni  più specificamente alchemiche cominciammo a filosofeggiare sulle meraviglie  policrome dei mosaici basilicali e, maggiormente, sulla “geometria sacra” che a  quei lontani Maestri costruttori ne ispirò le forme.
 Decidemmo infine, a tarda ora, di  lasciarci ma dopo esserci scambiati i nostri recapiti postali i miei  improvvisati “compagni” mi lasciarono degli appunti dicendo che questi potevano  essere partecipati a tutto coloro che, come noi, amavano questo genere di  riflessioni e, ancor più, osservare e meditare sulle forme e sui colori che  accompagnavano queste stesse loro scritture.
 Mi resi subito conto che si  trattava di sonetti alchemici arricchiti da disegni e codici, certamente assai  misteriosi e di non facile interpretazione, ma che, dopo un’attenta lettura ed  un’acuta osservazione, queste stesse “alchemiche  notazioni” potevano attivare sviluppare e sviluppare una intima e coerente risonanza con  quegli stessi “Significati Archetipi  Universali” che erano stati rappresentati nelle semplici e schematiche  comunicazioni dei miei tre misteriosi compagni.
 Dopo un breve periodo di  opportune e approfondite riflessioni decisi di creare un’apposita ed adeguata  cornice della “divina materia” e  delle sue trasformazioni attraverso una ciclica rappresentazione in un ideale “THEATRUM CHEMICUM ITALICUM”.
 Nel presentare i “nomi in arte” dei tre compagni  Leo Viridis Invictus, Tuscus Marone e Galla  Placidia e nel lasciare i lettori delle nostre pagine web alle loro “alchemiche cure” auguro a tutti, Uomini  e Donne idealmente Kemiti, in questo giorno di Equinozio di Autunno, uno  splendido e fruttuoso alchemico lavoro,   su di sé, per sé e in sé.
 Salute e Fraternità. Giancarlo SeriSovrano Gran Maestro dell’A:.P:.R:.M:.M:.
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